Attilio Terragni
Attilio Terragni
Attilio Terragni gestisce il suo studio dal 1989. Dopo essersi laureato al Politecnico di Milano, è stato assistente e socio di Daniel Libeskind, iniziando la sua carriera di architetto con il progetto vincente per il Museo Ebraico di Berlino, tra il 1989 e il 1991. Dal 1997 ha vissuto per tre anni a Melbourne per la realizzazione del progetto vincitore del concorso internazionale per Federation Square. Dopo il ritorno in Italia, ha fondato Cityedge, partner italiano di Daniel Libeskind, con il quale ha realizzato, tra gli altri, il progetto Citylife a Milano, il più grande in Europa, e il progetto City Park a Brescia. Attualmente insegna al Master Pesenti al Politecnico di Milano ed è stato professore ospite in Australia, Germania e Spagna. La sua professione architettonica è legata al suo interesse per la ricerca sull'architettura del movimento moderno, con particolare riferimento alla figura di Giuseppe Terragni, di cui è sostenitore con nuove e innovative interpretazioni critiche. La sua attività artistica è stata recentemente esposta a Milano in una mostra monografica dei suoi progetti dal titolo "dopo la geometria". Questi lavori sono stati supportati da numerose pubblicazioni, tra cui due monografie su Daniel Libeskind, "Beyond the walls" e "Architecture is a language", due monografie su Giuseppe Terragni, "Terragni Atlas" e "Journey through architecture".
L'intervento architettonico di Pordoi 5 è situato nel quartiere Vigentino di Milano, a breve distanza dal cantiere Symbiosis e dalla Fondazione Prada. La nuova sede di Interface FM, progettata dall'Architetto Attilio Terragni, si distingue per la sua trasformazione di una struttura precedentemente banale; Il progetto si è scontrato con restrizioni urbanistiche rigide, tra cui l'obbligo di un volume rettangolare distante cinque metri dai confini e una facciata totalmente cieca. Inoltre, l'area circostante presenta un paesaggio urbano degradato, tipico della periferia milanese.
Nel design dei soffitti, tagli diagonali paralleli integrano sistemi come aria condizionata e illuminazione in modo funzionale. L'organizzazione interna del palazzo segue una narrazione astratta ispirata alla "Divina Commedia" di Dante, collegando ogni piano ai colori e alle dimensioni delle sue sezioni. Questa interpretazione astratta offre un'esperienza di lavoro unica. Il progetto si inserisce in un percorso immaginario, ispirato ai racconti di Bruno Schulz, che integra colore e proporzioni nella vita quotidiana. La facciata e vari ambienti interni utilizzano lastre di plexiglass riflettente nero, conferendo loro una funzione di memoria. Frammenti di plexiglass sottolineano che la materia e la luce sono elementi espressivi della creatività e dei ricordi del progetto, evidenziando la meraviglia dei confini del fantastico. In sintesi, Pordoi 5 rappresenta un'interessante fusione tra l'arte, la funzionalità architettonica e la memoria espressa attraverso materiali riflettenti e la predominanza delle linee diagonali.
Carletti Clelia, Cardenas C. Osbaldo
Domanda all'architetto: I suoi lavori risentono sicuramente l'influenza dall'architettura razionalista di Giuseppe Terragni, proposti tuttavia in chiave contemporanea. Quali sono secondo Lei, dunque, le tecniche per riproporre lo stile in razionalista adattandolo però al gusto architettonico di oggi?
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