Ruggero Lenci
Ruggero Lenci
Ruggero Lenci è un architetto e docente universitario italiano.
È professore associato in Composizione Architettonica e Urbana presso la Facoltà di Ingegneria civile e industriale “Sapienza” Università di Roma, afferisce al Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale ed è membro del comitato scientifico/collegio dei docenti del Dottorato di ricerca in Ingegneria dell’Architettura e dell’Urbanistica. È inoltre autore di libri e direttore della collana editoriale Scienze dell'abitare sostenibile.
Il suo contributo teorico sul tema "Evoluzione e architettura tra scienza e progetto" propone un accostamento tra le discipline scientifiche, umanistiche e progettuali, dal quale vi è un'analogia: la morfogenesi del progetto ricapitola la storia dell'architettura, basata sulla convinzione che l’architettura sia un’arte e che praticarne più di una sia funzionale a sviluppare uno sguardo consapevole. Da qui nasce l’attenzione oltre che per l’architettura, anche per la scultura, la pittura e la grafica.
Tra i suoi contributi progettuali figura l’unità abitativa sperimentale realizzata a Favaro Veneto (Venezia). Tra le sue ricerche si ricordano quelle sulla Scuola romana che hanno prodotto le monografie: Ingegneri-architetti (2021), La Torre Eurosky (2014), La Casa del Girasole (2012), Pietro Barucci (2009), Studio Passarelli (2006), Massimiliano Fuksas (1996). Nei suoi contributi didattici sono pubblicati 700 progetti degli ex studenti: Il Progetto Flaminio come progetto di ricerca (2022), L’abitazione sostenibile a Tor Bella Monaca (2019), Mutazioni Laurentino 38 (2011), Didattica e Architettura (2007). Ha inoltre pubblicato la raccolta dei suoi disegni Vultus Urbis (2020) e sculture Morfemi dinamici (2011).
Ha partecipato alla Tavola rotonda Spazio della pena e architettura carceraria, il caso di Nola dopo gli Stati Generali, Facoltà di Architettura Roma TRE (2017). Ha organizzato la lecture di Sibyl von der Schulenburg Architettura, ambiente, psicologia presso la Facoltà di Ingegneria (2018). Ha scritto il saggio Due esperienze progettuali: i margini di miglioramento ci sono nell’ambito dell’inchiesta Emergenza carceri pubblicata sul Giornale dell’architettura (2019). È ed è stato relatore di tesi di laurea in Ingegneria Edile-Architettura sul tema dell’Architettura detentiva (dal 2000 ad oggi).
Borghetto Flaminio (1995)
Il progetto mira alla
riqualificazione del Borghetto Flaminio, uno spazio tutt'oggi disorganizzato e
frammentato. L’idea principale è quella di realizzare un centro culturale e
artistico che possa ristabilire il collegamento tra il centro storico e la zona
di Valle Giulia. L’area di interesse ha caratteristiche morfologiche molto
importanti poiché si presenta delimitata ad Ovest dalla Via Flaminia e ad Est
da un elemento di forte importanza urbana come lo è la rupe boscosa che
delimita Villa Strohl-Fern, che si erge sopra la superficie del Borghetto
Flaminio. Componenti architettonici di interesse rilevante sono inoltre, la
casina Vagnuzzi, che ospita l’Accademia Filarmonica Romana e il complesso
dell'ex deposito ATAC, attuale Museo dei bambini.
Hypercube (2021)
Ruggero Lenci trasporta
l'architettura all'interno del complesso mondo della scultura. Le sue opere
stabiliscono un rapporto sinottico tra le due discipline, alla cui base c'è uno
studio approfondito sulla qualità del tempo e dello spazio. Le sue sculture
derivano infatti dall'esigenza di dare tridimensionalità a idee connesse
proprio con il concetto dello spazio-tempo. Predilige l'uso del bronzo,
dell'ottone e dell'alluminio, con cui crea dei blocchi monolitici a tre
dimenisoni. Alcune delle sue opere sono scomponibili, come nella serie Morfemi
Dinamici. Da molti anni Lenci è attivo sul fronte espositivo: nel 2022 ha
innaugurato la mostra romana intitolata Traslazioni, Architetture, Ornamenti,
Sculture, Grafica.
Figure geometriche che si
inseriscono in uno spazio con la funzione di creare giochi intensi di purezza e
linearità, nella proposizione di un'equilibrata percezione ottica; Ogni opera
dell'artista vive una propria autonomia non priva di un certo pathos. Le
forme hanno come destinazione
l'occupazione dello spazio in cui sono inserite, che esaltano attraverso linee
di forza la narrazione.
Domanda:
Dal momento che Lei tende ad avere un approccio scientifico nell'elaborazione di un progetto architettonico, accostando difatti le discipline che studiano l'evoluzione a quelle progettuali, segue questo criterio anche quando crea un'opera d'arte?
-Clelia Carletti, Osbaldo Cardenas castaneda
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